le indagini

Tangenti pagate tramite Google: ecco l’indagine inedita partita da Milano

Indaga la procura e il nucleo tributario della Gdf: l’ipotesi di riciclaggio e corruzione con denaro versato nei paradisi fiscali e rientrato in Italia tramite Google Payments. Coinvolti manager di Leonardo

2' di lettura

Tangenti pagate tramite 2 società di Google, Google Ireland e Google Payments, che ora risultano indagate per riciclaggio dalla procura di Milano. Un fatto inedito e preoccupante, perché se già la corruzione attraverso società nei paesi off-shore è complicata da ricostruire, l’utilizzo di un’intermediazione tecnologica internazionale aggiunge ulteriori incognite.

Il procuratore di Milano Gaetano Ruta e la Polizia giudiziaria della Gdf lavora da tempo alla ricostruzione dei fatti. Sono stati indagati 14 manager (di cui uno nel frattempo deceduto) e 3 società per riciclaggio e corruzione tra privati. Due società fanno appunto parte del gruppo Google, un’altra si chiama TransPart. I manager accusati lavorano nel gruppo Leonardo (a parte due del gruppo Transpart), che al momento risulta parte lesa e i cui vertici hanno già dimostrato disponibilità di collaborazione alla procura.

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Le indagini sono ancora in corso. Sono stati appena inviati avvisi di garanzia e ordini di esibizione. Secondo la ricostruzione, i manager sarebbero stati corrotti dalla TransPart, società che ha vinto commesse con il gruppo Leonardo, attraverso tangenti pagate dai paradisi fiscali. Si parla di circa 6 milioni, di cui al momento le regatorie internazionali hanno permesso di ricostruire i flussi di soli 400mila euro, vista la lentezza delle relazioni e della burocrazia internazionale.

La TransPart avrebbe creato fondi neri facendo uscire 6 milioni di euro negli Stati Uniti, in una scatola societaria che si chiama Ftb. Da qui il denaro sarebbe partito per i paradisi fiscali: Inghilterra, Irlanda, Panama. Da qui sarebbe stato infine versato ai manager usando Google Payments, un veicolo per il pagamento assolutamente regolare, che però non mostra il mittente. In queste transizioni emerge solo il disponente, Google Payments appunto. Fatto che rende ancora più complicato risalire la catena delle responsabilità. Un modo nuovo per aggiungere nebbia alle operazioni opache. È stato possibile ricostruire la vicenda perché gli inquirenti erano già sulle tracce di due riciclatori che si erano ultimamente “posizionati” sul nuovo veicolo di moneta elettronica.

Le indagini proseguono

I militari del nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Milano hanno acquisito nelle sedi della Leonardo, a Roma e a Pomigliano d'Arco (Napoli), vari documenti.

La precisazione di Google

Da Google si precisa che la società non è indagata per riciclaggio, ma per il reato amministrativo ext 231. In una nota diffusa il 12 gennaio in tarda serata si sottolinea: «Nell'ambito di una più vasta indagine abbiamo ricevuto una informazione di garanzia per una ipotesi di illecito amministrativo, in relazione a movimentazioni finanziarie che sarebbero state effettuate utilizzando le nostre piattaforme. Naturalmente presteremo la massima collaborazione alle indagini»

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